Venerdì 13 settembre 2019, dalle h 19
ANGELO MAI
Viale delle Terme di Caracalla 55, 00153 Roma
RIAPERTURA DELL’ANGELO MAI
RIPARTIRE DALLE DOMANDE
a cura di Angelo Mai e Progetto Diritti
onlus
Il 13 settembre apriamo la nuova stagione dell’Angelo Mai con una Festa delle Domande.
Abbiamo deciso di farlo insieme a Progetto
Diritti onlus l’associazione di avvocati impegnati nei diritti umani
recentemente protagonista della risoluzione del caso Open Arms. Tante artiste e
artisti per inaugurare un nuovo anno carico di arte, bellezza e messa a fuoco
di interrogativi e azioni. Una giornata importante in cui viene inaugurata
l’installazione artistica che Cristiano Carotti ha pensato e creato
appositamente per l’Angelo Mai: un’opera d’arte che invita a riflettere sul
senso di umanità perduto e sulla necessità di ritrovarlo, ripartendo, appunto,
da DOMANDE CONDIVISE.
Domande che ci obbligano a prendere parola pubblica sull’orrore che si consuma nel Mediterraneo ogni giorno, la strumentalizzazione politica e mediatica che ne viene fatta, il razzismo dilagante e crescente. In questo panorama ci sembra importante che questa parola non sia generica ma che nasca da un posizionamento preciso: quello dell’artista, dell’intellettuale che col suo sguardo dovrebbe essere un cittadino/a attivo/a più degli altri, un agitatore di domande impellenti. Abbiamo la fortuna di coltivare da anni una forte collaborazione tra il Collettivo dell’Angelo Mai e l’Associazione Progetto Diritti. Questa vicinanza e questa estate di orrore ci hanno spinto ancora di più a creare un momento di unione ampia. Per questo il 13 settembre organizziamo una giornata di arte e incontro fondata su delle domande che oggi come artisti non possiamo più rimandare. Le domande che dobbiamo fare a noi stessi e alla comunità intorno ad alta voce. Domande che riguardano il nostro ruolo in questa piega oscura della Storia.
Prendiamo a prestito allora una riflessione di
Héléne Cixous e del Théâtre du Soleil di qualche anno fa.
AL PRINCIPIO DELLE NOSTRE MEMORIE
Al principio delle nostre memorie ci fu la
Guerra.
L’Iliade ne fece un racconto.
Dopo la Guerra: l’Odissea.
Quelli che non sono rientrati in patria, né da
vivi né da morti, errano a lungo per tutta la terra.
Oggi delle nuove Guerre scaraventano sul nostro
pianeta centinaia di migliaia, milioni di nuovi fuggitivi, frammenti di mondi
scardinati, brandelli tremanti di paesi devastati i cui nomi non significano
più rifugio nativo, ma rovine o prigioni.
Ma come raccontare queste odissee
incommensurabili?
Quanti nuovi piccoli teatri bisognerebbe
inventare per dare a ogni destino sconvolto il suo effimero asilo?
Come non sostituire la parola della tua bocca
con la mia parola, anche se di buona volontà?
Come non sostituire la tua lingua straniera con
la nostra lingua?
Come mantenere la tua lingua straniera senza
mancare al pubblico, il nostro ospite nel teatro, di cortesia e d’ospitalità?
Come capirsi comunque nel cuore, senza capirsi a
parole?
Come non appropriarsi dell’angoscia degli altri
facendone teatro?
Come non peccare per l’illusione di capire e per
la paura di non capire?
Come mettersi per quanto possibile al posto dell’altro
senza prenderselo?
Come non tradurre? Cioè: come non tradurre?
Bisogna pur tradurre.
Come non lasciarsi sedurre dalla schiera dei
buoni sentimenti?
Come non esagerare? Né da un lato né dall’altro.
Come insinuarsi fra la buona e la cattiva
coscienza, le gemelle siamesi? Come dire tutto senza una parola?
Come diventare umani, cioè mai abbastanza, né
troppo?
Come non rinunciare mai all’assoluto che non
raggiungeremo mai?
Come essere l’attore di un personaggio e non il
suo padrone?
Come lasciarsi essere un rifugio per lo
straniero?
Come non recitare alcuna parte?
E se non ce la facciamo?
È la domanda del rifugiato e del suo viaggio.
Hélène Cixous/Théâtre du Soleil
Questa serie di domande è il focus del 13 settembre, un manifesto di questo anno nuovo che vivremo all’Angelo Mai, una giornata indimenticabile per pensare a parole nuove che sappiano rispondere all’odio o peggio al silenzio.
Parteciperanno artiste e artisti dal teatro alla musica alle arti visive alla letteratura. Angela Baraldi Rachele Bastreghi Bluemotion Collettivo Pierpaolo Capovilla Sergio Carnevale Elisa Casseri Manuela Cherubini Federico Ciancabilla e Band Bob Corsi Rodrigo D’Erasmo Cristiano De Fabritiis [Defa] Simone De Filippis Roberto Dell’Era Davide Enia Daniele Fiaschi Lino Gitto Cristiano Godano Ilaria Graziano & Francesco Forni Sandro Joyeux Gabriele Lazzarotti Pino Marino & Alessandro D’Alessandro Simona Norato Andrea Pesce [Fish] Eva Pevarello Piccola Orchestra di Torpignattara Playgirls from Caracas Federico Poggi Pollini Fabio Rondanini Valeria Sturba Diana Tejera Valerio Vigliar tra i primi ad aver aderito a cui continuano ad aggiungersene altri.
Angelo Mai, Viale delle Terme di Caracalla 55 Roma
Ingresso con tessera Arci 2018/2019 e possibilità di tesseramento 2019/2020 + 5 euro per
contributo all’attività.