a cura di Alberto Parisi
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Roma, 20 febbraio 2015 – Secondo appuntamento della rassegna “This ain’t disco”, organizzata dalla “famosa etichetta” Trovarobato a Le Mura di Roma, e secondo straordinario live al quale abbiamo avuto il piacere di assistere in poco meno di un mese. Dopo l’esibizione degli Junkfood, venerdì scorso è stata la volta del trio italo-berlinese Hobocombo, formazione composta da Andrea Belfi (batteria), Francesca Baccolini (contrabbasso), e Rocco Marchi (chitarra e synth).
Gli Hobocombo sono un gioco serissimo, che parte dalla celebrazione del genio di Louis “Moondog” Hardin e si svolge tra strappi, cuciture, aggiunte, deviazioni, fughe in avanti e ritorni sincopati. Come “hoboes” solitari che decidono di raccontarsi insieme, i tre musicisti sul palco dialogano tra loro attraverso un testo ridondante nei riferimenti e bizantino nella ricchezza, eppure incredibilmente netto e coerente nella propria singolare organicità. Metà divertissement e metà studio, la musica degli Hobocombo è la ricerca di un suono attuale che trova la propria sintesi nei dettagli annodati da un découpage che giustappone panorami desueti e audaci sperimentazioni.
Assistere a un loro live è stata un’esperienza di rara intensità, che ci ha conquistato dal primo all’ultimo minuto. E che ci ha fatti tornare a casa con la speranza di riaverli presto ospiti in una nuova serata romana.